Nel campo della conservazione architettonica, la lotta contro l’umidità di risalita rappresenta una sfida complessa e in continua evoluzione. La Tecnologia a Neutralizzazione di Carica (CNT), attualmente al centro del progetto di ricerca di Cristina Rinaldi, dottoranda presso l’Università degli Studi della Basilicata, si presenta come una delle soluzioni più innovative e promettenti per affrontare questo problema in modo definitivo. Lo studio si focalizza su come questa tecnologia venga integrata nei processi di restauro e manutenzione preventiva, evidenziando come la multidisciplinarietà e la collaborazione tra i vari attori del settore siano fondamentali per il successo di interventi a lungo termine.

Degradi causati dall’umidità di risalita capillare nel castello di San Basilio (Pisticci, MT)

Qual è il focus centrale del progetto di ricerca e in che modo la Tecnologia CNT contribuisce a raggiungerne gli obiettivi?

«Il progetto di ricerca si concentra sullo sviluppo di sistemi, strumenti e metodi innovativi a supporto della progettazione integrata e della manutenzione preventiva e programmata, applicati al patrimonio architettonico colpito dall’umidità di risalita capillare. L’obiettivo è proporre un protocollo che promuova la conservazione e la manutenzione degli edifici, abbracciando tutte le fasi del processo di restauro, inclusa la deumidificazione. La Tecnologia CNT si è rivelata la soluzione più efficace e affidabile nel lungo periodo. Di conseguenza, il mio dottorato propone un protocollo che non solo applica la CNT per deumidificare le murature, ma identifica anche tutti gli interventi e le azioni necessari una volta eliminata l’umidità di risalita, come la gestione delle efflorescenze e delle patine biologiche».

A che punto è il suo dottorato e quali sono i risultati che si propone di raggiungere con il progetto?
«Sono quasi alla fine del secondo anno del mio dottorato. L’obiettivo finale è creare una piattaforma digitale configurata come uno strumento di Open Knowledge, accessibile a tutti gli stakeholder coinvolti nel processo di restauro. Questa piattaforma conterrà protocolli operativi che coprono l’intero processo di risanamento: dalla conoscenza storica, materica e costruttiva dell’edificio, alla diagnosi delle patologie e dei fenomeni di degrado, fino alla progettazione e al monitoraggio degli interventi di recupero».

IFKAD Managing Knowledge for Sustainability_Convegno internazionale:7-8 giugno 2023

Perché non esiste ancora una scienza approfondita sull’argomento?

«Ritengo che uno dei principali ostacoli sia la complessità del fenomeno, che coinvolge diverse discipline come la fisica, la chimica dei materiali e il restauro. Spesso viene studiato in modo frammentario, senza considerare le interazioni tra i vari fattori. Per questo, è necessario adottare un approccio multidisciplinare, con una collaborazione congiunta tra università, centri di ricerca, aziende specializzate e professionisti del settore. Questi ultimi, durante il loro lavoro, hanno bisogno di informazioni e possono a loro volta fornire dati utili alla ricerca sul campo».

Qual è invece il ruolo e lo stato della formazione?

«Un aggiornamento costante, attraverso conferenze, workshop o corsi specifici, sarebbe fondamentale per avere una visione più completa sul problema. La formazione attuale è spesso troppo generica e manca il coordinamento per aggiornare le conoscenze con le nuove tecnologie e strumenti per contrastare l’umidità di risalita. Proprio per questo motivo, il mio progetto di ricerca punta a sviluppare una piattaforma digitale che raccolga tutte queste conoscenze frammentate, consentendo ai professionisti di condividere le loro esperienze e confrontarle con altre».

In questo contesto, come valuta la Tecnologia CNT?

«Dopo aver osservato da vicino il suo funzionamento e confrontato con altre tecnologie, ritengo che la Tecnologia CNT sia molto efficace. Ho visto i suoi risultati anche in situazioni complesse come Venezia. Inoltre, l’azienda merita riconoscimento per i continui controlli e monitoraggi, andando oltre la semplice installazione dei dispositivi».

 

Curriculum Vitae Cristina Rinaldi

PhD student del XXXVIII ciclo presso l’Università degli Studi della Basilicata. Attualmente al secondo anno del dottorato di ricerca in “Cities and Landscapes: Architecture, Archaeology, Cultural Heritage, History and Resources” con un progetto di ricerca volto alla definizione di “Strumenti e metodi innovativi per la manutenzione preventiva e programmata per la conservazione del patrimonio architettonico” finanziato con una borsa di dottorato del D.M. 352/2022 (PNRR) in collaborazione con Leonardo Solutions S.R.L, Società di Ricerca e Sviluppo nelle Scienze Naturali e nell’Ingegneria (cod. ATECO 72.19.09), che ha condotto le prime ricerche scientifiche sulla Tecnologia CNT. Nel 2022 consegue la laurea magistrale in architettura (110L), classe LM-4 c.u., presso l’Università degli Studi della Basilicata con una tesi di laurea sperimentale in “Laboratorio di progettazione V – Architettura ed eredità del costruito” dal titolo: [R]Evolution Progettuale per la valorizzazione dell’architettura diruta. Il caso del sito di Sant’Antuono (FG) nel sistema viario della Dunia.