Il Prof. Carlo Ostorero del Politecnico di Torino esprime il suo parere sull’importanza del monitoraggio, il vuoto normativo e la necessità di formazione.
Negli ultimi dieci anni, la Tecnologia a Neutralizzazione CNT ha prodotto oltre 2.000.000 di dati di verifiche reali e controllabili, a disposizione del mondo della ricerca e della diagnosi. Più di 3000 abitazioni private, 1200 edifici pubblici e oltre 800 chiese e luoghi di culto sono stati risanati dall’umidità di risalita. I dati ufficializzati durante l’evento del 19 aprile presso l’Università Federico II di Napoli confermano l’efficacia della Tecnologia a Neutralizzazione di Carica CNT. I risultati stabili nel tempo, persino a Venezia, dove nel 2009 è stato installato il primo impianto, dimostrano che le murature ai piani terra e interrati rimangono sempre asciutte.
Dopo oltre 10 anni di sperimentazione su migliaia di edifici, i docenti universitari che hanno condotto il percorso di verifica hanno firmato un documento attestante l’efficacia della tecnologia nel lungo periodo. Tra loro, il professor Carlo Ostorero del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico di Torino, e componente del CNT-APPs, il Partenariato Accademico composto da esponenti di numerose università italiane, che esplora le applicazioni della tecnologia per l’eliminazione dell’umidità di risalita nelle murature.
L’evento di Napoli ha ufficializzato l’efficacia della Tecnologia a Neutralizzazione di Carica CNT. Quali sono le sue osservazioni sui dati emersi dopo dieci anni di sperimentazione scientifica?
«Il dato più interessante tra tutti quelli presentati è senz’altro quello riguardante i monitoraggi. Questo aspetto distingue non solo l’impegno di ricerca e approfondimento del gruppo CNT-APPs, ma anche del Gruppo Leonardo Solution Domodry, evidenziando la volontà di validazione attraverso i mezzi normativi disponibili per confermare la correttezza e l’indiscutibilità dei risultati. La frequenza e la continuità dei monitoraggi nel corso degli anni, insieme al costante ottenimento di risultati positivi su un periodo prolungato, testimoniano l’efficacia della Tecnologia, superando i dati falsati comunemente utilizzati come base pubblicitaria per molti prodotti commerciali. Questo approccio diagnostico fornisce una certezza e una non contestabilità dei risultati, elementi di fondamentale interesse per noi ricercatori. È stato osservato da numerosi colleghi che l’umidità di risalita capillare tende a essere percepita come un fenomeno ineluttabile. Tuttavia, gli ultimi anni di ricerca hanno dimostrato il contrario, e i risultati presentati a Napoli hanno confermato specificamente questa conclusione».
Cosa pensa dell’urgenza di istituire norme e regole, attualmente mancanti, per definire l’efficacia delle tecnologie e dei prodotti per l’eliminazione permanente dell’umidità di risalita capillare? Quale potrebbe essere la soluzione legislativa per tutelare il mercato?
«Durante l’evento, è emersa la necessità di colmare il vuoto normativo relativo alla valutazione dell’efficacia delle soluzioni contro l’umidità di risalita capillare. Attualmente, non esistono criteri definiti per determinare se i produttori di tali soluzioni possono legittimamente affermare la certezza dei loro risultati. È fondamentale garantire che tutti i produttori possano competere sul mercato, offrendo soluzioni tecniche valide. Tuttavia, per essere considerati nel contesto delle selezioni professionali e inseriti nei listini prezzi regionali, dovrebbero essere in grado di fornire una documentazione accurata e indipendente dei loro risultati. Questo potrebbe essere realizzato attraverso la presentazione di certificazioni ottenute da enti terzi, come le università, che utilizzano le norme UNI per condurre controlli obiettivi e certificare l’efficacia delle soluzioni proposte. Al momento, esistono regole rigorose per testare la sicurezza strutturale di materiali come il calcestruzzo, ma mancano direttive specifiche per valutare l’efficacia delle soluzioni contro l’umidità di risalita. Questa carenza alimenta la pubblicità ingannevole, consentendo l’uso di dichiarazioni non completamente veritiere che sfuggono alle conseguenze legali».
Qual è lo stato attuale della formazione nelle università riguardo al tema dell’umidità di risalita?
«Nel contesto delle scuole di restauro e conservazione, si è raggiunto un elevato livello di formazione qualitativa. Tuttavia, si tratta di un numero ristretto di studenti che possono accedervi solo dopo una rigorosa selezione. Al contrario, per quanto riguarda la formazione su larga scala, mancano criteri minimi di didattica per superare gli esami relativi al recupero e alla manutenzione. Attualmente, non esiste uno statuto che stabilisca gli argomenti obbligatori da affrontare. Di conseguenza, è possibile laurearsi senza mai aver affrontato il tema della risalita capillare, poiché la libertà nella codifica degli esami permette ai professori di insegnare ciò che preferiscono. Questa carenza nell’offerta formativa universitaria evidenzia la necessità di un intervento normativo ministeriale che garantisca una preparazione completa su queste tematiche cruciali per il settore. Al momento, quindi, è responsabilità dei docenti che si occupano di tali argomenti promuovere un’approfondita e critica comprensione delle nuove tecnologie e pratiche costruttive, selezionando con attenzione le soluzioni veritiere e funzionali».
CV Carlo Luigi Ostorero
Carlo Luigi Ostorero, ingegnere, Dottore di Ricerca in Architettura, svolge attività quale docente e ricercatore al Politecnico di Torino. La sua formazione comprende esperienze di lavoro ed una borsa Erasmus presso l’Università di Delft (NL). Dall’anno 2000 presiede lo Studio Dedalo Architettura a Torino con il quale ha prodotto numerose opere su committenza pubblica e privata, e per le quali è stato insignito di premi internazionali per il design, l’architettura ed il restauro. Ha partecipato come relatore invitato in oltre cento conferenze e corsi di specializzazione ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni di ricerche e volumi nel campo dell’architettura, delle tecniche costruttive. È rappresentante per il Politecnico di Torino (Dipartimento DISEG) al gruppo di ricerca nazionale sui sistemi antagonisti alla risalita capillare nelle murature “CNT APPs” da oltre 10 anni.