Più di 30 docenti, esperti e consulenti per 7 territori italiani: il ciclo di webinar organizzato in primavera dal CNT-Apps ha toccato virtualmente diverse Regioni per fare cultura sul tema dell’umidità di risalita capillare e della sua risoluzione definitiva e comprovata attraverso il metodo CNT. Sono oggi disponibili alla consultazione sul canale YouTube gli interventi dei professionisti che hanno animato gli incontri.
Quest’anno il CNT-Apps è stato protagonista e organizzatore, in collaborazione con il progetto Heritage Maintenance Innovation e con il sostegno di numerosi partner fra cui Green Building Council Italia, Home Health & Hi-Tech, InBar, AITI, del ciclo Webinar Italia “La salvaguardia dall’umidità di risalita del patrimonio architettonico ed ecclesiastico, grazie al Metodo CNT”, che ha interessato finora sette regioni e che proseguirà dopo l’estate.
L’umidità di risalita è una patologia molto diffusa in Italia, soprattutto su edifici “fragili”, realizzati con materiali porosi, come il tufo, il laterizio o la terra cruda. Un nemico che fino a dieci anni fa pareva imbattibile, visto che nessun metodo si era dimostrato efficace nella regressione del fenomeno. Il metodo CNT ha fornito la soluzione. L’unica efficace e duratura nel tempo, benché reversibile, non invasiva e assolutamente in linea con i requisiti di salubrità e sostenibilità richiesti a uno spazio indoor.
Entrando nel dettaglio degli eventi, la serie si è aperta con l’incontro sulla Calabria, il 26 febbraio, patrocinato dalla conferenza episcopale calabra, per poi proseguire il 12 marzo con il Veneto, con il patrocinio della Regione Veneto e della F.O.A.V. Ancora, il 26 marzo ci si è spostati in Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, del Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze e dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, e il 9 aprile in Piemonte e Valle D’Aosta, patrocinati dalla Regione Piemonte, dalla Regione Valle D’Aosta e dalla Città di Torino. Il 23 aprile ha seguito la tappa Lombardia, con il patrocinio della Regione stessa e dell’Ordine degli Ingegneri di Milano, il 7 maggio è toccato all’Emilia Romagna, con il patrocinio della Regione, e infine, il 28 maggio, la prima parte del ciclo si è chiusa con la Liguria, evento patrocinato dalla Regione stessa.
A fianco delle relazioni degli esperti e dei professori intervenuti nelle diverse tappe, il Dott. Ing. Michele Rossetto, fondatore nel 2005 del Gruppo Leonardo Solutions – Domodry, ideatore e sviluppatore, con le aziende da lui create, della tecnologia a neutralizzazione di carica (CNT), ha raccontato le caratteristiche del metodo e l’applicazione sui diversi territori.
«Il fenomeno dell’umidità di risalita capillare, che deriva cioè dalla risalita dell’acqua attraverso la muratura, è ritenuto, a torto, una patologia di second’ordine per l’edificio e spesso viene contrastato con interventi di sistemazione superficiale. Che tamponano o coprono, senza risolvere. In realtà, sono oggi diversi gli studi che dimostrano, con analisi di laboratorio e prove in sito, come il problema sia da prendere in considerazione con grande serietà, perché compromette sia le caratteristiche di resistenza dei materiali costruttivi sia la performance energetica e la salubrità degli edifici». Questo è quanto ha affermato l’Ing. Arch. Veronica Vitiello, Ph.D assegnista di ricerca presso il D.I.C.E.A. dell’Università di Napoli Federico II.
Con Giuseppe Riolfo, ad esempio, responsabile tecnico della Comunità Papa Giovanni di Rimini e rappresentante unico della Federestauro Piemonte, abbiamo cercato di analizzare il modo migliore per capire se una tecnologia funziona oppure no. Chi la produce non deve avere il timore di condividere i risultati, così da renderli disponibili a verifiche scientifiche.
Ma, spesso, il problema è più ampio, come ha affermato Carlo Ostorero, professore aggregato in Recupero e Conservazione degli Edifici per il corso di laurea in Ingegneria Edile del Politecnico di Torino e referente scientifico del Partenariato universitario CNT-APPs: «In Italia non esiste una norma che preveda la necessità di un monitoraggio continuo e di un’azione preventiva di controllo dei beni culturali al fine di evitare grandi interventi di restauro. Un grave limite, che costringe i tecnici ad attuare quella che loro chiamano “ricostruzione dell’unità potenziale dell’opera d’arte”».
La Prof. Antonella Guida, coordinatore del corso di studio di Architettura dell’Università della Basilicata (sede di Matera), referente scientifico del Progetto inter-universitario di ricerca CNT-APPs, come responsabile del Progetto “Innovazione di prodotto e di processo per una manutenzione, conservazione e restauro sostenibile e programmato del patrimonio culturale”, finanziato dal MUR, si è concentrata su di un altro aspetto della ‘’conoscenza’’: conoscere per intervenire e prevenire. In questa occasione, ha parlato del modello di azione per una corretta manutenzione, conservazione e un restauro sostenibile e programmato del patrimonio culturale.
Sempre sulla scia del concetto di consapevolezza e sapere si è espresso il professor Roberto Castelluccio, ricercatore di Architettura Tecnica presso il D.I.C.E.A dell’Università Federico II di Napoli e membro del progetto del CNT-APPs: «Per individuare le soluzioni ai problemi c’è una sola strada, cioè quella della conoscenza e della consapevolezza. I fenomeni che determinano la presenza di umidità in un edificio sono dovuti all’interazione tra l’acqua e le murature e la situazione può essere favorita da diversi fattori. Capire la causa del problema è sempre il punto di partenza per trovare una via d’uscita efficace».
In certi casi però ci siamo ritrovati di fronte a un quesito: fenomeni di pioggia, condensazione o risalita? Come distinguere – in presenza di un problema di umidità sulle murature – da quale patologia è affetto un edificio?
Guido Roche, docente di Progettazione interventi di restauro presso la Scuola di Restauro “Andrea Fantoni” e docente di Termografia IR presso l’Agenzia CasaClima di Bolzano, ci ha spiegato che per quanto occhio ed esperienza aiutino ad orientarsi, solo l’esecuzione di prove in loco può darci la certezza della diagnosi.
Ma quali sono le tecnologie più adatte, a seconda degli interventi da fare? Nel corso di uno dei nostri incontri abbiamo parlato di termografia e analisi ponderale, per metterle a confronto. Nello specifico, una tesi di laurea dell’Università di Padova sta indagando un nuovo metodo per rendere i termogrammi più facilmente interpretabili e ridurre, così, la necessità di prelievi sul campo, più invasivi. E ce l’ha esposta la prof.ssa Maria Rosa Valluzzi – docente di restauro università di Padova e membro CNT-Apps.
Il Prof. Manlio Montuori, coordinatore del gruppo di ricerca del CNT-APPs, ha aggiunto che spesso «si può applicare assieme alla CNT un sistema di ventilazione meccanica controllata per accelerare di molto il risanamento, perché le murature liberate dall’acqua si asciugano più in fretta, se ventilate. Il progetto di risanamento va poi sempre concluso con intonaci traspiranti».
Infine, non è mancato il bisogno di evidenziare una problematica risolta, come l’assenza di certificazioni internazionali in quest’ambito, cui ha posto una soluzione Marco Mari, presidente del Green Building Council Italia: «Nel contesto delle certificazioni internazionali, c’era una mancanza. Da colmare. Non esisteva infatti un protocollo di sostenibilità da applicare al recupero degli edifici storici. Noi questa assenza l’abbiamo colmata ed è nato il protocollo GBC Historic Building. Uno standard che può essere applicato per le strutture costruite prima del 1945».
Sette appuntamenti ricchi di spunti, di informazione e formazione che, per coloro che se li sono persi, possono essere recuperati sul nostro canale YouTube, cui iscriversi per non perdersi alcun video. All’interno delle playlist dedicate alle diverse date, sono presenti gli interventi spacchettati, così da facilitarne la fruizione.
Vi aspettiamo su YouTube e sulla pagina Linkedin di Domodry, per rimanere sempre aggiornati!