Una villetta, costruita sopra una falda acquifera, riportata all’asciutto
di Daniela Dirceo
Una villetta bifamiliare in provincia di Verona, adagiata vicino alle sponde dell’Adige, a causa di una grave umidità di risalita correva il rischio di dover chiudere e rendere inagibile l’intero livello seminterrato, tale era l’estensione e la serietà del problema. Questa soluzione estrema, proposta come ultima ratio a seguito di diversi interventi tecnici effettuati senza ottenere alcun successo, è stata evitata grazie all’utilizzo della Tecnologia a Neutralizzazione di Carica CNT Domodry, esclusivo sistema non invasivo a brevetto italiano, già installato con successo in migliaia di abitazioni private e importanti edifici storici.
Ma procediamo con ordine e sentiamo dalla diretta voce della proprietaria, Maria Pia Bisco, il racconto della sua storia e di come ha trovato nella CNT Domodry la soluzione. «Nel 1999 abbiamo acquistato il terreno su cui avremmo edificato le nostre abitazioni – racconta la Signora Bisco – e abbiamo iniziato i lavori di costruzione delle due unità, contigue: una per la mia famiglia e l’altra per i miei genitori. Le case disponevano ciascuna di un seminterrato, nel complesso un’area di circa 320 mq, che sarebbe stato adibito a zone servizi e taverne. Durante i lavori, nella fase di scavo delle fondamenta, mi rendo conto che lo scavo era sempre pieno d’acqua, nonostante venisse continuamente aspirata. Mi preoccupo ma non eccessivamente, visto che la presenza dell’acqua dalle nostre parti, vicino alle rive dell’Adige, è una situazione davvero comune. Ne parlo comunque con il progettista e per questo motivo viene deciso di porre sotto la piattaforma che regge la casa una guaina bentonitica, ovvero un telo impermeabilizzante contenente bentonite di sodio naturale, utilizzato per impermeabilizzare le fondazioni e le strutture in cemento armato, come ambienti interrati, cantine, garage, magazzini, caveaux, sottopassaggi, gallerie e in tutti quei casi in cui si possa manifestare la presenza di una falda di acqua costante o periodica».
Le case vengono terminate e abitate e tutto fila liscio per una decina di anni fino a quando non iniziano a manifestarsi i problemi. «Tra il 2008 e il 2009 nel seminterrato, occupato da garage, lavanderia e taverna, inizio a notare che le fughe nel pavimento erano sempre umide. Con il passare del tempo la situazione peggiora irrimediabilmente: l’umidità di condensa sul pavimento diventa talmente tanta da dover essere raccolta con gli stracci e gli ambienti diventano giorno dopo giorno sempre più malsani e maleodoranti, inoltre l’umidità, risalendo ormai dal battiscopa, era ormai ben visibile e arrivava a raggiungere gli 80-90 cm di altezza sulle pareti».
È così che si scopre che la casa era sorta proprio sopra un pozzo naturale di irrigazione agricola e che probabilmente, in alcune parti delle giunture, la guaina betonitica, non aveva retto. «Ero abbastanza disperata – afferma la Signora Bisco – avevo deumidificatori in funzione notte e giorno per cercare di assorbire l’umidità dai muri, purtroppo senza alcun risultato apprezzabile. Nel frattempo, avevo fatto fare diversi lavori tecnici per capire: avevo fatto spostare il terreno a lato della casa, ipotizzando un’infiltrazione d’acqua laterale e invece trovando tutto asciutto; avevo fatto scrostare i muri interni bagnati, scoprendoli così fradici d’acqua a partire dalle fondamenta. Da lì abbiamo iniziato a capire che le infiltrazioni provenivano da sotto, proprio dalle fondamenta, dove non saremmo più riusciti ad arrivare».
La proprietaria, quindi inizia ad informarsi e a cercare la soluzione, interpellando tecnici e progettisti. «Molte imprese mi suggerivano soluzioni – prosegue – ma si trattava di palliativi e non mi davano fiducia. Nessuno mi proponeva una soluzione definitiva, tranne quella di tombare il seminterrato. Non ci dormivo la notte. Fino a quando, in una delle mie notti insonni, mi sono collegata ad Internet per cercare e sono approdata alla pagina web della tecnologia CNT. Ho iniziato a leggere moltissime recensioni positive e approfondendo mi sono resa conto che ciò che veniva tecnicamente proposto faceva proprio al caso mio».
La Signora Bisco, quindi, prende contatti e viene deciso per un primo sopralluogo. «Già dalla prima telefonata – afferma – sono stati molto esaustivi e mi hanno dato fiducia. L’ingegner Rossetto (l’ideatore della CNT, n.d.r.) durante il sopralluogo è stato molto chiaro nelle spiegazioni tecniche e scientifiche su come funzionava il suo metodo ed è riuscito a fugare ogni mio dubbio».
La CNT viene così installata nell’agosto del 2009. «Mi avevano avvertita – racconta – che, vista la situazione e per quanto era diffusa l’umidità, ci sarebbe voluto almeno un anno per notare effetti significativi. In verità, già dopo sei mesi avevo iniziato a vedere che dai muri che avevo fatto scrostare, il cemento armato e i mattoni stavano asciugandosi. E questo poi è emerso dalle termografie che periodicamente venivano eseguite per monitorare il miglioramento della situazione».
E quando si è resa conto che il problema era completamente risolto?
«Già dopo un anno il seminterrato è tornato ad essere vivibile – racconta ancora la proprietaria -. Sono stata felice, soddisfatta e tutt’ora lo sono. L’apparecchio è ancora in funzione, non ha bisogno di nulla perché è interamente automatico e non è per niente invasivo. Funziona semplicemente con una presa elettrica ed è dotato di una batteria di accumulo, nel caso dovesse momentaneamente mancare la corrente. È una soluzione che consiglio anche per la preparazione tecnica e la gentilezza delle persone dell’azienda».