L’impiego della tecnologia CNT è al centro dell’intervento che ha riportato al suo antico splendore la cattedrale di Squillace, facendo scoprire straordinarie decorazioni rimaste sommerse da intonaci e marmi.
Prese d’assalto dai Saraceni, le coste calabresi videro gli abitanti ritirarsi sulle colline circostanti: è così che nasce Squillace, su una collina a circa 350 metri sul livello del mare che domina da 5 chilometri di distanza. Oggi è un affascinate borgo medievale dai vicoli lastricati dove si affacciano botteghe e antiche fornaci di ceramiche artigianali, mentre sulla cima troneggiano i resti del Castello Normanno.
Tra gli edifici storici più interessanti spicca il Duomo del XVIII secolo, costruito sui resti di un’antica cattedrale normanna distrutta dal terremoto del 1783, che nel 2015 è stata elevata alla dignità di basilica minore.
Dal 2017 il duomo è stato al centro di un ampio progetto di riqualificazione portato avanti dalla Diocesi e finanziato con fondi della CEI. Progettista, Direttore dei lavori e responsabile della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione per i lavori di: “Recupero, restauro e consolidamento della cappella di S. Agazio e della cattedrale di Squillace – adeguamento architettonico del presbiterio e dei transetti” è stata l’architetto Maria Teresa Alcaro, secondo un programma articolato in più fasi: ricerca storica e anamnesi dell’intero edificio; conoscenza del manufatto architettonico dal punto di vista geometrico, costruttivo e strutturale; rilievo dello stato di danno, dei dissesti e del degrado; individuazione e verifica degli interventi risolutivi; realizzazione dell’opera.
In questo percorso, stabilito che gran parte del degrado era attribuibile all’umidità di risalata, è stata la stessa Diocesi a suggerire l’impiego della tecnologia CNT, conosciuta per essere stata installata anche nel Duomo di Crotone e nella Chiesa Madre di Borgia, considerata gemella minore di quella di Squillace. «Per questo, già nel computo metrico dei lavori è stata prevista la spesa per l’installazione della CNT – racconta l’architetto –. Il promo dispositivo lo abbiamo inserito nel museo diocesano, ospitato nell’antico Palazzo Vescovile a fianco del Duomo, che accoglie gran parte del tesoro appartenuto alla cattedrale. I risultati non si sono fatti attendere e circa un anno e mezzo dopo lo abbiamo utilizzato nella cappella del patrono ospitata all’interno del Duomo».
La progettazione di tutto il palinsesto della concattedrale infatti, si è focalizzata su tre aspetti principali: il restauro, recupero e consolidamento della cappella del patrono, Sant’Agazio, l’adeguamento architettonico del presbitero e dei transetti e il risanamento di tutte le murature attraverso l’eliminazione dell’umidità di risalita sia nella parte antica (ricostruita a cominciare dal 1787) sia in quella realizzata negli anni 1990/1991, problema che ha afflitto la cattedrale nei secoli e che fino a oggi era stato affrontato con coperture di intonaci e marmi senza mai risolverlo.
L’architetto Vincenzo Mantuano, consulente per la Calabria del Gruppo Leonardo Solutions – Domodry, che ha brevettato la tecnologia CNT, spiega che «oltre alle termografie, in fase di avvio lavori sono stati eseguiti rilievi ponderali nella muratura (della sola cappella) che hanno consentito di comprendere che in alcune aree erano stratificati fino a 12 cm di intonaco, tali da ricoprire le acquasantiere e i putti che decoravano i quattro angoli della cappella, che sono cosi state riportate alla luce».
La copertura composta dalla somma di più intonaci, marmi e cornici ha peggiorato i danni dell’umidità di risalita impedendo alla muratura di traspirare. Nel tempo l’umidità ha quindi alimentato il ribaltamento dei marmi con il distacco di alcuni pezzi.
«Le decorazioni originarie sono state danneggiate così profondamente – aggiunge Alcaro –, che in alcune parti è stato necessario ricostruirle, ma solo un occhio molto attento può accorgersi dell’intervento di restauro». L’inaugurazione della cappella è avvenuta il 16 gennaio 2022, in occasione della traslazione delle ossa del patrono, restituendola al suo splendore originario.
Dalla cappella votiva, il risanamento si è ampliato all’intera cattedrale al cui interno complessivamente sono state installate 6 dispositivi CNT.
La parte relativa all’adeguamento architettonico non è stata ancora eseguita per mancanza di fondi- si mentre il I° STRALCIO relativo alla cappella è stato completato.
L’ultima termografia è stata eseguita pochi giorni fa confermando che nell’intero edificio la risalita capillare è completamente interrotta, così oggi, nel silenzio del sacro tempio, gli apparecchi proseguono il loro ruolo di difesa dall’umidità ascendente e la concattedrale respira a pieni polmoni l’aria salubre che dal golfo di Squillace soffia verso il promontorio.
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