Intervista a Ilaria Boncompagni, funzionario della  Soprintendenza A.B.A.E P. per le province di Lucca e Massa Carrara

“L’operazione Angelo” è il simbolo di un processo virtuoso di risanamento e restauro che, grazie alle nuove tecnologie e alla collaborazione di professionalità multidisciplinari, «ha restituito la vita a ciò che la storia ci ha affidato, perché il futuro è nelle mani di coloro che lo rendono possibile oggi».

Queste le parole con cui Ilaria Boncompagni, funzionario storico dell’arte, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, racconta il lungo percorso che ha portato al restauro della Pieve di San Gennaro in Lucchesia, luogo di culto cattolico della provincia di Lucca, custode di una scultura in terracotta, prodotta fra XV e XVI sec, raffigurante un Angelo Annunciante.

Un’opera d’arte misteriosa, caratterizzata dalla presenza di un difetto nello sguardo. Questo spunto ha dato fondamento ad una ricerca, ancora in corso, condotta dalla dott.ssa Boncompagni, i cui esiti identificherebbero il volto dell’Angelo di San Gennaro come un ritratto di Leonardo da Vinci giovane.

Proprio quest’opera ha dato il via agli interventi di restauro, estesi poi all’intero complesso, resi possibili grazie alla Tecnologia a neutralizzazione di carica CNT, che ancora oggi contribuisce alla conservazione e salvaguardia del restauro dell’antica Pieve. I risultati sono stati presentati durante il XIV convegno internazionale organizzato dal AIES – Associazione Italiana Esperti Scientifici Beni Culturali, il 14 e 15 dicembre 2023 nella Biblioteca Universitaria di Napoli.

 

Com’è iniziato il processo di restauro della Pieve di San Gennaro e quali erano le condizioni della struttura, oltre che della scultura?

«Il complesso presentava evidenti segni di degrado strutturale, una desquamazione generalizzata con fessurazioni e distacchi di rilevante entità, preoccupanti anche per la sicurezza delle persone.

Entrando in chiesa, la percezione di trovarsi in un ambiente malsano declamava il pessimo stato conservativo. In particolare, la scultura dell’Angelo Annunciante, racchiusa in una teca nascosta dietro la parete di contro facciata della chiesa – la zona più umida di tutta la struttura – era in condizioni critiche. Gli approfondimenti diagnostici, eseguiti sulla scultura e sull’ambiente circostante nei successivi mesi, ci confermarono la necessità di realizzare un progetto lungimirante che avesse per obiettivo finale la rinascita della Pieve attraverso un’azione di valorizzazione programmata».

 

Quali erano le cause del degrado e quali gli obiettivi dell’intervento?

«La causa principale di questa situazione allarmante era attribuibile all’umidità, in particolare a quella di risalita capillare, che lasciava segni evidenti sulle pareti, sugli altari, nell’aria e tracce di depositi salini sui fusti delle colonne delle navate. Per migliorare l’ambiente e renderlo consono alla conservazione, abbiamo cercato una soluzione che fosse efficace, accessibile, con costi sostenibili e che non causasse shock termoigrometrici. L’obiettivo era asciugare le murature in modo naturale e definitivo, eliminando l’umidità di risalita capillare».

 

Perché la scelta di installare la Tecnologia a neutralizzazione di carica CNT?

«L’esigenza era di trovare un metodo di intervento risolutivo, basato su dati scientifici. La tecnologia CNT ci garantiva entrambi gli aspetti, ovvero registrare scientificamente il grado di umidità di risalita contenuto nelle murature, attraverso una campagna diagnostica preliminare, al fine di ottenere indicazioni precise sul percorso da affrontare per risolvere il problema che affliggeva la chiesa. Dalle prime analisi è emerso che la pietra calcarea conteneva una percentuale di acqua pari al 30%, dato sconcertante se si pensa che in un ambiente asciutto quel tipo di pietra ha valori di umidità fisiologica dello 0,3%. Dopo tre anni gli effetti positivi e salvifici della tecnologia CNT sono eclatanti. Una vera scoperta – oggi una realtà – che permette di ottenere, in tempi certi, risultati importanti e duraturi, di migliorare le condizioni conservative generali e soprattutto di realizzare il sogno di tutelare più a lungo possibile il nostro patrimonio».

 

Il restauro della scultura ha permesso il finanziamento dei lavori di ripristino dell’intera struttura. Come è stato possibile e qual è la situazione del complesso oggi?

«Il percorso di studio e restauro della scultura, comunicato attraverso i media, gli ha riconsegnato notorietà e fama, con la conseguente richiesta di esporre l’opera in numerosi musei ed eventi, in cambio di finanziamenti, che hanno permesso il recupero dell’intera struttura.

Oggi l’Angelo è tornato nella splendida Pieve di San Gennaro dove, dopo i lavori di restauro e grazie all’installazione della Tecnologia CNT, si percepisce un ambiente salubre e confortevole, che ha contribuito all’aumento dell’afflusso di visitatori».

 

Perché il restauro della Pieve è da considerarsi un esempio virtuoso?

«Il progetto nel suo complesso, che ho chiamato “Operazione Angelo”, ha coniugato esperienze molteplici, operate da studiosi, enti, istituzioni coordinate della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Lucca e Massa Carrara.

Il risultato è stato eclatante: l’Angelo e la Pieve di San Gennaro sono diventati simbolo di un modus operandi che corrobora la mission di tutti coloro che lavorano con le opere d’arte.

L’esempio della Pieve conferma la necessità di pensare al progetto nel suo complesso, partendo dalla diagnostica preliminare e proseguendo per fasi esecutive. Allo stesso tempo bisogna garantire lo stato di conservazione del patrimonio, eliminando le cause di degrado, quali, in particolare, l’umidità di risalita capillare, attraverso soluzioni efficaci nel tempo e garantite, come appunto la Tecnologia a neutralizzazione di carica CNT».

 

CV ILARIA BONCOMPAGNI

Ilaria Boncompagni, laureata in lettere moderne con indirizzo storico artistico, ricopre il ruolo di Funzionario Storico dell’Arte presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara. Le sue responsabilità spaziano dalla tutela e valorizzazione dei beni culturali al coordinamento di attività di restauro, progettazione di eventi e gestione dei rapporti istituzionali. Tra i progetti di rilievo, il restauro della scultura lignea del Volto Santo a Lucca e la mostra itinerante “Se fosse un Angelo di Leonardo…”. In passato, ha lavorato come specialista in amministrazione e gestione di attività culturali con la Provincia di Lucca, contribuendo alla valorizzazione di siti come Mont’Alfonso e Villa Argentina. È autrice della pubblicazione “La pieve di San Gennaro. Un restauro sostenibile”, presentato durante il XIV convegno internazionale dell’AIES – Associazione Italiana Esperti Scientifici Beni Culturali, disponibile al seguente link https://www.cnt-apps.com/restauro-sostenibile/