Le ex scuderie di Villa Giovanelli a Noventa Padovana sono un esempio emblematico di recupero edilizio, dove la convivenza tra innovazione e tutela del patrimonio storico ha richiesto soluzioni all’avanguardia. Questo edificio seicentesco, situato lungo il Piovego, ha subito un importante intervento di riqualificazione tra il 2012 e il 2014, ma la presenza dell’umidità di risalita ha rappresentato una sfida complessa, tipica di molte costruzioni storiche. Nel 2018, la tecnologia CNT è stata installata per contrastare definitivamente il problema e, dopo anni di monitoraggio, il collaudo del 2021 ha confermato il successo dell’intervento.
Proprio in questo contesto si è svolto il Cantiere di Conoscenza, il terzo degli appuntamenti promossi da Domodry e CNT-APPs che permette ai partecipanti di osservare direttamente i risultati della Tecnologia CNT in casi studio concreti. Si tratta di un ciclo di incontri tecnici e scientifici dedicati a esperti di diagnosi, docenti universitari e professionisti dell’intera filiera dell’edilizia e del restauro. Tra i protagonisti dell’incontro, il Prof. Enzo Siviero, figura di spicco nel mondo dell’ingegneria e dell’architettura. Rettore dell’Università Telematica eCampus, Siviero ha dedicato oltre quarant’anni alla ricerca e alla didattica, insegnando alla Facoltà di Architettura di Venezia. Per tredici anni è stato Direttore del Dipartimento di Costruzione dell’Architettura e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente del Consiglio Universitario Nazionale per l’area dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura. Oltre all’attività accademica, è un profondo conoscitore del mondo dei cantieri, avendo vissuto da vicino il settore delle costruzioni sin da giovane. Direttore da oltre trentacinque anni della rivista Galileo, ha sempre promosso un approccio interdisciplinare all’architettura e all’ingegneria, ponendo attenzione alle nuove tecnologie per la conservazione e la sostenibilità dell’ambiente costruito. Il suo interesse per la tecnologia CNT nasce da una lunga osservazione dei risultati ottenuti e dal confronto con altri esperti del settore. Con lui abbiamo approfondito il valore di questa innovazione nel campo del restauro e la necessità di una formazione più solida sui temi legati all’umidità di risalita.
Professore, cosa ne pensa della Tecnologia CNT?
«Seguo la tecnologia CNT da alcuni anni, avendo avuto modo di incontrare chi la sviluppa in diversi convegni e di approfondirla anche attraverso articoli pubblicati sulla mia rivista Galileo. Ritengo che sia una tecnologia straordinaria, assolutamente all’avanguardia, che finalmente ha risolto un problema su cui si annaspa da decenni. Vivendo anche l’esperienza accademica di Venezia, so bene quanto l’umidità di risalita sia una problematica complessa, storicamente affrontata con soluzioni invasive come il taglio dei muri o con materiali impermeabilizzanti. La CNT, invece, è una soluzione efficace perchè agisce sulla causa e preserva l’integrità degli edifici nel tempo, migliorandone la salubrità. L’ho ribadito anche nel mio intervento al Cantiere di Conoscenza: un ambiente con un adeguato controllo dell’umidità garantisce un maggiore benessere abitativo. Mi auguro che questa tecnologia possa diffondersi ulteriormente perché merita di essere più conosciuta e applicata su larga scala. In questo senso, il lavoro di divulgazione portato avanti da Domodry e dal CNT-APPs è encomiabile: promuovere l’innovazione non è mai semplice, ma è una missione necessaria».
Che valore ha una Tecnologia come la CNT per il recupero e il restauro?
«Il valore di questa tecnologia è duplice: da un lato, preserva il patrimonio edilizio senza ricorrere a interventi distruttivi, dall’altro migliora la qualità della vita degli ambienti interni. Nel settore del restauro, affrontare il problema dell’umidità di risalita con un metodo non invasivo è un grande passo avanti. Gli edifici storici hanno bisogno di soluzioni che rispettino la loro struttura originaria, evitando interventi troppo aggressivi. La CNT permette di eliminare il problema alla radice, evitando danni successivi e costosi interventi riparativi. Ho potuto osservare direttamente i risultati di questa tecnologia e posso affermare con convinzione che rappresenta un punto di svolta nel campo del recupero edilizio».
Il Museo Siviero a Firenze presto sarà liberato dall’umidità di risalita. Quanto è importante per Lei?
«Per me ha un significato molto speciale. Rodolfo Siviero era mio cugino di secondo grado, ma il nostro legame è stato molto più profondo di una semplice parentela. Ho avuto il privilegio di frequentarlo per anni e di vivere in prima persona il suo impegno nella tutela del patrimonio artistico italiano. Il Museo Casa Siviero è un luogo simbolico, un pezzo di storia che merita di essere conservato nel migliore dei modi. L’umidità di risalita avrebbe potuto comprometterne la struttura e gli arredi interni, trattandosi di una casa-museo. Il fatto che oggi si stia intervenendo con una soluzione efficace come la CNT mi rende particolarmente felice. Sono tornato recentemente a visitarlo e ho provato una grande emozione nel vedere i lavori in corso. Non ho avuto ruoli diretti nel progetto, ma sapere che una tecnologia innovativa sta contribuendo a preservare un luogo a me così caro è motivo di grande soddisfazione».
I docenti del CNT-APPs segnalano una grave carenza formativa sull’umidità di risalita nel mondo tecnico e professionale. Lei che ne pensa?
«Purtroppo è un problema reale e diffuso. Negli ultimi anni, l’università ha perso il contatto con il mondo reale delle costruzioni, privilegiando un approccio sempre più teorico. Il risultato è che molti professionisti escono dall’università senza una conoscenza approfondita di problemi pratici come l’umidità di risalita. Questo è un vizio del sistema accademico che affligge in particolare l’architettura e l’ingegneria. La mancanza di esperienze dirette in cantiere e di un’adeguata formazione sulle nuove tecnologie crea un divario tra teoria e pratica. Personalmente, sto cercando di colmare questa lacuna. All’Università Telematica eCampus, che oggi conta oltre 100.000 studenti, stiamo sviluppando percorsi formativi che integrano moduli operativi, visite in cantiere e tirocini con aziende del settore. Penso che la formazione debba evolversi e includere anche strumenti digitali per la trasmissione del sapere pratico. Dobbiamo lavorare affinché il mondo accademico e quello professionale dialoghino di più, affinché le tecnologie innovative come la CNT non restino solo una possibilità, ma diventino la norma nei progetti di recupero e restauro».
CV Enzo Siviero
Enzo Siviero è un ingegnere, architetto e docente italiano. Ha dedicato gran parte della sua carriera alla progettazione di ponti e all’insegnamento delle strutture presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Venezia. Attualmente è rettore dell’Università telematica eCampus.
Nel 1989 ha fondato la rivista Galileo, giornale del Collegio degli Ingegneri della provincia di Padova, che tuttora dirige. Nel 2009 riceve la laurea honoris causa in Architettura al Politecnico di Bari. Nel 2015 ha ricevuto il Premio Al Idrisi “per il contributo dato nella progettazione e realizzazione di ponti in tutto il mondo, non solo fra diverse sponde, ma anche tra persone, popoli e culture”.
Nel 2017 gli è stato conferito il Premio Europeo Capo Circeo in qualità di “progettista di ponti e teorico delle grandi infrastrutture atte a promuovere la vicinanza e la comunanza sociale, economica e culturale dei popoli euro-mediterranei”.