Umidità di risalita ma anche di condensa e di infiltrazione, sono da sempre stati i nemici del castello e dei suoi preziosi affreschi. Grazie all’utilizzo combinato del sistema CNT con una VMC e un sistema di riscaldamento a pannelli a pavimento, il restauro degli ambienti rimarrà stabile nel tempo.
Il Castello del Buonconsiglio domina la città di Trento dal XIII secolo, epoca in cui era fortezza, denominata Malconsey. A seguito diversi ampliamenti che sono stati effettuati nei secoli, il castello raggiunge l’aspetto e la dimensione di oggi. Dal XIII secolo fino alla fine del XVIII è stato la residenza dei principi-vescovi di Trento, per diventare poi caserma nell’800 e infine, nel 1924, sede del Museo Nazionale. Dal 1973 appartiene alla provincia autonoma di Trento.
Oltre all’aspetto architettonico, sono i cicli di affreschi a rendere il castello di straordinario interesse artistico, ed in particolare quelli realizzati nel 1530 dal pittore mantovano Romanino per la Loggia, che prende il nome proprio dall’artista (Loggia del Romanino) e che affaccia per un lato su un piacevole cortile interno con giardino, il Cortile dei Leoni.
Ed è proprio qui, nell’ambiente sottostante la loggia, definito appunto “il revolto sotto la loggia” che, nel tempo, le infiltrazioni d’acqua hanno danneggiato sensibilmente le pitture eseguite dal Romanino e hanno reso il locale malsano.
“La collocazione di questo ambiente ricavato a ridosso della roccia – afferma l’architetto Adriano Conci, direttore dei lavori – con le murature nord ed est a diretto contatto con essa e un giardino sovrastante, lo ha esposto nei secoli ai danni derivanti dall’umidità. E già nel 1580 abbiamo sentore di un primo restauro degli affreschi, ad opera del Foglino”.
Una situazione che si è protratta nei secoli e che ha visto avvicendarsi, mentre la conformazione del castello via via mutava, interventi volti alla manutenzione e al restauro, fino ai giorni nostri.
“Il problema del locale sotto la Loggia era composito: c’era la presenza dell’umidità di risalita, ma i danni alle pareti e ai loro affreschi erano dovuti anche alla condensa e all’umidità di infiltrazione”.
Una situazione complessa e compromessa che richiedeva un intervento di sistema.
“Per prima cosa – prosegue l’architetto Conci – abbiamo effettuato la regimazione delle acque piovane del giardino, per favorirne il rapido allontanamento dal terreno ed evitarne il ristagno e la discesa nel locale sottostante. Dopo di ciò siamo intervenuti adottando il sistema CNT, per interrompere la risalita capillare dell’acqua, grazie al dispositivo a neutralizzazione di carica. L’intenzione era di allontanare il più possibile l’ingresso dell’acqua: combinando la regimazione, che aveva in qualche modo diminuito la quantità di acqua presente, con l’ottimo sistema della CNT che ne neutralizzava la risalita, fin da subito abbiamo potuto valutarne gli effetti positivi e risolutivi”.
Nel frattempo, viene modificata la destinazione d’uso del locale: da luogo di ingresso e passaggio si decide di utilizzarlo come bookshop. “Una volta presi provvedimenti per l’umidità di risalita – prosegue l’architetto Conci – rimaneva ancora il problema dell’umidità di condensa, che è fondamentale per la salubrità degli ambienti, a maggior ragione se utilizzati e vissuti come mai era accaduto in passato. Al contempo, erano stati anche restaurati completamente gli affreschi della stanza, e ciò rendeva ancor più necessari interventi volti a salvaguardare il patrimonio artistico che era stato recuperato. Abbiamo quindi introdotto una vetrata per chiudere l’area, inserito un riscaldamento a pannelli a pavimento e un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) sempre inserito nel pavimento. I due sistemi, insieme alla CNT, hanno contribuito a rendere il locale asciutto e salubre. Oggi a distanza di tre anni siamo molto soddisfatti, siamo riusciti a bloccare il deterioramento e a rendere il luogo sano e confortevole”.
E stato un sistema integrato e completo a salvare l’area del castello interessata pesantemente dall’umidità: “Abbiamo utilizzato la contraerea, le basi navali e i fanti per difendere la salubrità e la salute del castello – chiosa con una metafora bellica l’architetto Conci – e abbiamo vinto la nostra battaglia”.
Foto prima del restauro
Foto dopo il restauro